Le basiliche paleocristiane di Cimitile e l'area nolana

Itinerario 2

Felice, Paolino e le origini del cristianesimo

Nell’area nolana il cristianesimo si diffuse nella tarda antichità grazie all’opera evangelizzatrice di S. Felice prete che sperimentò in vita le sofferenze delle persecuzioni, prestando aiuto al suo vescovo S. Massimo. Le poche notizie sulle gesta di S. Felice sono tramandate da Paolino di Nola, il quale arricchì il santuario sorto intorno alla venerata tomba del martire, nell’odierna Cimitile, fornendo un significativo impulso alla diffusione del culto. Come una gemma incastonata tra i tetti dell’abitato che intanto si andava formando, il santuario è diventato meta di pellegrinaggi da tutto il mondo cristiano. La centralità cultuale di Cimitile nel panorama cristiano dell’agro nolano ha un riflesso nella formazione dei santuari mariani di Liveri e Visciano che, a partire dal Cinquecento, hanno raccolto intorno alle venerate icone una sentita devozione popolare.

Santuario di S. Felice

Il santuario, che accoglie pregevoli testimonianze artistiche di età paleocristiana e medievale, è costituito da strutture di epoche differenti, sorte a partire dal IV secolo nell’area della tomba di S. Felice, riportata alla luce nel 1956 e oggi visibile al di sotto dell’altare formato da transenne in marmo traforato. Si tratta del nucleo più antico della basilica che è racchiuso dall’edicola eretta agli inizi del VI secolo con elementi marmorei di spoglio e decorata con mosaici su fondo oro e un’iscrizione a grandi lettere. Vicino a S. Felice furono sepolti Paolino di Nola e gli altri vescovi nolani del V e VI secolo, i cui sepolcri sono indicati dagli epitaffi marmorei. Oltre alla grande abside occidentale, costruita agli inizi del VI secolo, sui resti dei mausolei funerari tardoantichi, rivestono particolare interesse l’atrio con un arcosolio affrescato e il campanile risalente al XII-XIII secolo.

Santuario di Maria SS. del Carpinello a Visciano

Il santuario, che nel 1971 prese il posto di un precedente edificio ottocentesco, è legato alla figura di padre Arturo D’Onofrio, fondatore nel 1943 della Piccola Opera della Divina Redenzione, finalizzata alla tutela dei bambini rimasti orfani a causa della Seconda Guerra Mondiale. Come sede dell’Opera, fu scelta la chiesa di S. Maria del Carpinello, nella quale si conservava l’immagine della Vergine, cosiddetta in relazione al prodigioso rinvenimento sotto un carpine che un documento del 1832 attribuiva a molti secoli addietro.

Sul campanile troneggia la statua bronzea della Madonna, benedetta nel 1987 da papa Giovanni Paolo II in piazza S. Pietro a Roma.

Santuario di Santa Maria a Parete a Liveri

La chiesa fu eretta nel 1518, grazie al sostegno del conte di Nola, Enrico Orsini, nel luogo ove quattro anni prima la Vergine era apparsa alla pastorella Autilia Scala, chiedendole di far dissotterrare una sua immagine dipinta su una parete rocciosa, ma abbandonata per secoli sotto un cumulo di terra. All’interno dell’edificio, presentato con una pianta a croce greca costituita da un’unica navata, fu costruita una piccola cappella che, agli inizi del Seicento fu affrescata dal pittore Belisario Corenzio per volere di Girolamo Barone.

Ad oggi, la cappella costituisce un vero e proprio tesoro per chi ama i percorsi culturali alternativi, mostrando un ricco palinsesto decorativo, non solo ispirato alle storie mariane, ma raffigurante suggestive immagini dell’Inferno, del Paradiso e del Giudizio Universale. A sinistra del santuario vi è un piccolo chiostro che funge anche da museo, in cui sono conservati perlopiù oggetti di arredo liturgico ed ex voto.

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