Le basiliche paleocristiane di Cimitile e l'area nolana

Itinerario 1

Prima e dopo Nola. Archeologia di un territorio

Tra i pochi territori in Campania a custodire le tracce di una storia millenaria, l’ager Nolanus lega indissolubilmente la sua fama alla città di Nola, che da piccolo insediamento divenne in età romana principale centro economico e politico del comprensorio. In questo itinerario archeologico si delinea un vero e proprio viaggio nel tempo che segna le tappe della crescita di Nola, di cui si conservano preziose testimonianze nel Museo storico archeologico della città. Il territorio circostante è ricco di monumenti significativi, tra cui l’anfiteatro romano di Avella. del quale si riconoscono i corridoi voltati che consentivano l’accesso alle gradinate.

L’arrivo del cristianesimo segna il passaggio del testimone tra la città di Nola e Cimitile, in relazione alla nascita di un vasto complesso basilicale che rappresenta uno dei più monumentali esempi di arte paleocristiana in Italia.

Complesso basilicale di Cimitile

Per l’eccezionale ricchezza di monumenti e il valore storico-religioso, il complesso basilicale rappresenta una delle più importanti testimonianze dell’Occidente cristiano. Lo straordinario fascino del luogo è determinato dalla presenza di ben sette edifici di culto sorti, a partire dal IV secolo, intorno alla tomba del sacerdote Felice, sepolto nella necropoli a nord di Nola verso la fine del III secolo. La fama del santo è legata alla figura di Paolino di Nola, il quale dopo essere stato governatore della Campania, decise di stabilirsi presso il sepolcro di S. Felice. Grazie al carisma e all’impegno di Paolino, che fu vescovo di Nola dal 409 al 431, furono restaurati la vecchia basilica sorto intorno alla tomba del santo e costruiti nuovi edifici impreziositi da affreschi, mosaici e decorazioni scultoree. Il santuario visse con Paolino il suo periodo di maggior splendore divenendo meta di ininterrotti pellegrinaggi che proseguirono anche dopo una disastrosa alluvione che, agli inizi del VI secolo, danneggiò pesantemente le basiliche.

Per tutto il medioevo e l’età moderna la fama del santuario rimase viva, alimentata soprattutto dalle solenni cerimonie che si svolgevano in occasione della ricorrenza della morte di S. Felice, il 14 gennaio.

Museo Storico Archeologico di Nola

Il Museo, allestito nel cinquecentesco convento di S. Maria La Nova, rappresenta uno scrigno di testimonianze storiche e archeologiche che catturano il visitatore per bellezza e unicità. Al piano terra sono esposti manufatti di età preistorica, etrusca, greca e romana, mentre al secondo reperti provenienti dalla villa romana di Somma Vesuviana e dal complesso basilicale di Cimitile, oltre a dipinti di età medievale e moderna. Una sala è riservata alle statue della peplophoros e del giovane Dioniso provenienti dalla villa romana in località Starza della Regina a Somma Vesuviana. L’esposizione continua con una sezione dedicata alla tarda antichità e al medioevo, a cominciare dai marmi e dagli affreschi del suggestivo complesso basilicale di Cimitile. Al terzo piano si ammira una collezione di riggiole prodotte nelle botteghe napoletane dal XV al XX secolo.

La forte influenza etrusca e greca è attestata dal bucchero di produzione locale e da vasi a figure rosse importati da Corinto. La fase di occupazione dei Sanniti è testimoniata dalle tombe rinvenute tra Nola e Casamarciano, del tipo a cassa di tufo con pareti decorate da immagini celebranti la memoria del defunto.

Significativa la pinacoteca allestita nel Salone Vaccaro con le opere provenienti da chiese e luoghi sacri danneggiati dal sisma del 1980.

Anfiteatro di Avella

L’anfiteatro fu costruito, a ridosso delle mura di cinta, nel I secolo a.C., radendo al suolo preesistenti edifici, destinati a attività artigianali. Sono ben riconoscibili i corridoi voltati che consentivano l’accesso alle gradinate e i due più grandi che immettevano nell’arena, posta a una quota più bassa rispetto al piano di calpestio, ai quali si accedeva attraverso due porte monumentali: una doveva servire per la discesa nell’area dei gladiatori, l’altra per trarne fuori quelli morti nel corso dei sanguinosi combattimenti.

Venne costruito su due livelli di arcate, a sostegno di tre ordini di gradinate (ima, media e summa cavea), solo due delle quali sono tuttora in piedi per tutta l’ellissi.

Una raffigurazione dell’edificio è scolpita su una base di calcare, con cui gli abitanti della città nel II secolo d.C. onorarono Lucio Ignazio Invento per aver ripristinato i giochi dei gladiatori. L’uso dell’edificio dovette continuare per tutta l’età antica, al termine della quale, nell’area ormai dismessa, furono collocate alcune sepolture.

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